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giovedì 12 gennaio 2012

Liberate ( FREE) Rossella Urru, subito!


Rossella Urru è una giovane donna sarda di Samugheo, rappresentante del Comitato Italiano dei Popoli (CISP) che nella notte fra il 22 e il 23 ottobre del 2011 è stata rapita in Algeria insieme a due colleghi spagnoli Ainhoa Fernandez de Rincon ed Enric Gonyalons.
Al momento del rapimento Rossella si trovava nel campo profughi Saharawi per svolgere la sua missione umanitaria a servizio delle popolazioni.
Quel che colpisce di questo rapimento è la disattenzione della pubblica opinione rispetto a un avvenimento che in altre circostanze e in altri tempi avrebbe riempito le prime pagine dei giornali per settimane e settimane.
Il rapimento delle due Simone in Iraq, il rapimento di Giuliana Sgrena e l'uccisione del funzionario italiano Nicola Calipari e il rapimento, in Afghanistan, dell'altro giornalista Daniele Mastrogiacomo ebbero senz'altro un'eco differente sui mezzi di informazione e, di riflesso, sulla pubblica opinione nazionale.
Non voglio pensare che esistano rapimenti di serie A e rapimenti di serie B, ma quello che possiamo fare, da cittadini, utilizzando il mezzo magmatico della rete è parlarne, far sentire la nostra vicinanza alla famiglia Urru e a tutta la comunità di Samugheo.
Una vicinanza che non vuole essere assolutamente d'intralcio con le trattaive che, ne siamo certi, la Farnesina e l'Unità di Crisi avranno avviato coi rapitori e coi Servizi di Sicurezza di altri paesi. Però non vogliamo che il troppo silenzio diventi oblio, dimenticanza, sottovalutazione di un dolore e di una preoccupazione che va al di là di una famiglia e di una singola comunità, ma che il dolore e la preoccupazione di tutta la Sardegna.
Rossella Urru, per quel che ci raccontano le cronache e le persone che la conoscono, è la faccia migliore della Sardegna, una Sardegna non chiusa in se stessa, ma che si apre al mondo attraverso la cooperazione e la umanità.
A noi che osserviamo gli eventi, alle nostre coscienze non rimane che la Parola: noi abbiamo il dovere civile e morale di parlare di questa dolorosa vicenda che, si spera, avrà presto un esito positivo con la restituzione di Rossella ai suoi affetti, alla sua famiglia e alla Sardegna.
Proviamo a parlarne, perchè il silenzio non sempre aiuta le trattative e soprattutto il silenzio non sempre scalda i cuori. Non credo difatti che ricordare questa vicenda possa essere di alcun intralcio al lavoro del Ministero degli Esteri e dei Servizi di Sicurezza, ma anzi la Parola, se educata e civile, possa aiutare a svolgere con ancor maggior scrupolo questo delicatissimo lavoro che porterà di nuovo Rossella LIBERA.
[E]

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